La pedagogia è complessa. L’ho scoperto studiando e lavorando nel settore. È proprio per questo motivo che oggi voglio approfondire una questione prettamente pedagogica che tocca qualcosa di umano, di intimo, qualcosa di personale, che abbraccia un aspetto molto importante per le neomamme: l’allattamento.
L’allattamento costituisce un momento di vitale importanza per la relazione interpersonale tra madre e figlio. Esso rappresenta il primo nutrimento per il bambino in quanto possiede una composizione inimitabile, specifica, ideale per le sue esigenze nutritive e di sviluppo. Nel latte materno sono presenti nutrienti unici per la specie umana che influenzano l’espressione genica, realizzando così un processo epigenetico: è ricco di sostanze biologicamente attive che aiutano la digestione del bambino, rinforzando il suo sistema immunitario. Durante l’allattamento il bambino non solo si nutre di latte, ma questo atto, questa esperienza unica, se fatta con partecipazione psichica trasmette calore, amore, affettività. Il calore di cui parlo è un calore che il bambino ha già sperimentato all’interno del grembo materno, attraverso il contatto del liquido amniotico sulla pelle. Una volta nato il bambino ricercherà quel calore umano e lo farà attraverso le braccia della mamma. Da pedagogista, mi preme sottolineare l’importanza della relazione umana tra madre e figlio. La mamma attraverso l’allattamento ha un grande compito: quello di trasmettere al bambino la sua affettività fisica e psichica. Questa relazione permetterà di accrescere la vitalità umana, ossia quella realtà psichica invisibile agli occhi. Il momento dell’allattamento pertanto è fondamentale qualunque sia la sua modalità (al seno o al biberon), e necessita di un’atmosfera serena e tranquilla. La mamma o l’adulto significativo quindi, non deve lasciarsi distrarre dalla tv, dal cellulare, dagli altri, ma deve concretizzare quel momento attraverso la sua presenza psichica, attraverso la sua attenzione e affettività. I due movimenti interni, cioè il connubio di quel sentire umano proprio della mamma e del bambino, permetterà il suo sano sviluppo, permetterà al bambino di non sentirsi abbandonato, gli consentirà di avere la speranza che esiste un altro essere umano uguale e diverso da sé.
Dr.ssa Veronica Venafra© Tutti i diritti riservati
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Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell’apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.
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