Mi chiamo Veronica Venafra e sono una pedagogista.
Vorrei soffermare l’attenzione di tutti i lettori su una questione fondamentale: il diritto di “Imparare a pensare”.
Questo diritto viene negato alle nuove generazioni non da oggi, ma fin da quando agli studenti venivano trasmessi solo determinati saperi a seconda delle esigenze economiche e politiche del paese, ovvero da sempre. Tuttavia gli insegnanti hanno un compito molto complesso, ossia quello di guidare gli alunni verso un pensare qualitativo, in grado di far emergere le proprie attitudini e competenze.
Noi possiamo insegnare solo se permettiamo all’altro di essere libero di fare, di diventare, di esprimersi. Questa è pedagogia! Insieme a centinaia di metodi didattici per trasmettere il sapere, affinché il bambino lo faccia proprio e non resti una conoscenza passiva. Gli insegnanti invece, spesso si preoccupano troppo di concludere il programma didattico restando indifferenti alle richieste e alle esigenze degli alunni.
Non si soffermano a domandarsi se tutti hanno compreso, non si mettono in discussione, ma obbligano gli studenti a seguire i loro ritmi e a pensare secondo i propri principi e secondo le proprie logiche.
Ricordo ancora un compagno della mia classe; aveva problemi famigliari ed economici e aveva trascurato completamente la scuola. La mia insegnate di italiano è stata l’unica che ha creduto in lui, incoraggiandolo non solo emotivamente, ma anche pedagogicamente. Così, questo mio compagno, dopo diversi sacrifici e con l’aiuto dell’insegnante superò l’anno. Fosse stato ai nostri tempi lo avrebbero sicuramente certificato!
Imprigionare il pensiero, ma non solo. Anche l’effetto Pigmaglione è molto presente tra i docenti, la loro realtà psichica influisce positivamente (o negativamente) sul percorso scolastico di ognuno e sulla capacità di apprendimento di ogni studente.
Questo modus operandi che possiamo definire coercitivo e unidirezionale non lascia libertà di pensiero. Tuttavia anche nel mio percorso formativo non sono mai mancate le ingiustizie e né si è mai proposto il principio meritocratico. Ricordo ancora oggi, quando frequentavo la scuola superiore e dovevo sostenere l’interrogazione di psicologia o pedagogia: se andavo volontaria, quindi mi alzavo spontaneamente per esporre un argomento, la mia valutazione era mediocre, mentre quando venivo chiamata dall’insegnante la mia valutazione era nettamente superiore. L’episodio mi lasciò un amaro in bocca, un senso di rifiuto verso la scuola e poca motivazione a proseguire gli studi.
Oggi che sono una pedagogista questa brutta esperienza del passato e quelle che giornalmente mi riportano le famiglie o i piccoli studenti, mi ha fatto capire perché i bambini hanno tante difficoltà scolastiche, ma mi ha dato anche la consapevolezza di ciò che manca alla scuola, rendendo il mio orizzonte professionale più sereno, anche se difficile. L’obiettivo di diventare sempre migliore come pedagogista/insegnante è sempre più vivo in me e ho la forte consapevolezza che nessuno mai potrà spegnere questo desiderio, nemmeno la difficoltà di quei bambini che aiuto a diventare migliori nelle materie scolastiche e che sono spesso il risultato di pessimi docenti.
Dott.ssa Veronica Venafra
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Un titolo e un contenuto sicuramente contro tendenza, dato che libri e manuali sull’argomento parlano solo di come riconoscere i disturbi dell’apprendimento e quali sono gli strumenti dispensativi e/o compensativi per sostenere una realtà che, secondo la maggioranza della comunità scientifica, non ha soluzione in quanto i disturbi sarebbero causati da fattori genetici o neurobiologici.
Nel mio libro affronto scientificamente tutti questi argomenti e li smonto uno per uno dimostrando come sia improbabile quanto viene affermato. Ma soprattutto spiegando perché la comunità scientifica non ha ancora compreso o voluto comprendere, che questi “disturbi” mettono radici lì dove la scuola e la famiglia crescono figli e studenti senza una pedagogia adeguata.
Descrizione del libro. È intelligentissimo, ma il maestro mi dice che non ascolta. Legge stentatamente e la maestra mi ha detto che potrebbe essere dislessica. Non ricorda le tabelline e mi hanno detto che potrebbe essere discalculico. Mi hanno consigliato il logopedista. Mi hanno detto che dovrei portare mia figlia a fare una visita dalla neuropsichiatra infantile. Poi ho letto un suo articolo… Poi cercando su internet il significato di queste parole mi sono imbattuta nel suo sito… È con le stesse parole che un papà arriva da una pedagogista che ha trovato la soluzione ai disturbi specifici dell’apprendimento. Inizialmente scettico, ma speranzoso – perché sua figlia, presunta dislessica, ha difficoltà relazionali con lui e un calo del rendimento scolastico -, s’imbatte in un’avventura scientifica, realistica e umana senza precedenti. Andrà alla scoperta del pensiero di medici e pedagogisti di fama mondiale che gli spiegheranno perché quello che comunemente si racconta sui disturbi dell’apprendimento non è realistico, trovandosi così involontariamente alla ricerca di una conoscenza genetica, neurobiologica, psicologica e soprattutto pedagogica di cui era profondamente allo scuro come del resto buona parte della comunità scientifica ed educativa. Riuscirà in questo modo a capire come nascono, come si prevengono e come si superano i disturbi dell’apprendimento. Ma soprattutto imparerà come è possibile evitarli con l’applicazione di una scienza che nel tempo è stata annullata dalla politica e negata nella formazione dei nuovi docenti: la scienza pedagogica.
Oggi il 25% dei bambini di una classe viene diagnosticato con un disturbo dell’apprendimento. Dicono che il problema è genetico o neurobiologico e per questo non si può far nulla se non dispensare e/o compensare. E se così non fosse?
La dottoressa Tiziana Cristofari pedagogista e docente, con l’aiuto tratto da teorie e prassi di eminenti e riconosciuti studiosi in pedagogia, psicologia e psichiatria – tra i quali Giovanni Genovesi, Shinichi Suzuki, Howard Gardner, Lev Semënovič Vygotskij, Massimo Fagioli -, ha dimostrato come sia ampiamente improbabile che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano origine genetica o neurobiologica e come invece siano il frutto dell’assenza totale di pedagogia scolastica e familiare.
Codice ISBN: 9791220015424