Sabato scorso sulle news di “Lecceprima” esce un articolo intitolato: “Insegnanti, niente baci ed abbracci ai bambini”. La circolare diventa un caso. Non vi nego che il solo titolo ha destato la mia curiosità. Nell’istituto comprensivo di Lizzanello e Merine gli insegnanti si sono visti recapitare una circolare che dichiarava di “evitare qualsiasi forma di contatto fisico, con gli alunni e le alunne”. Nel testo si esplicita come non sia consentito per nessun motivo “toccare i ragazzi e le ragazze, né abbracciarli/e, né prendendoli/e per mano, né baciandoli/e sulla guancia”.
È chiaro che presentata così la questione farebbe agitare chiunque: come se una carezza fatta ad un bambino potesse in qualche modo ledere la reputazione di un insegnante.
In realtà la questione a mio avviso è tutt’altra.
Vi è mai capitato di osservare gli atteggiamenti degli insegnanti di scuole inferiori come approcciano i vostri figli? Alcuni restano freddi e indifferenti, nemmeno li guardano. Altri esprimono grandi sorrisi ebete, ipocriti e di circostanza. Altri ancora sembrano interessati solo a ingraziarsi i genitori senza minimamente vedere i bambini. Altri li bombardano di domande invadenti alle quali i piccoli non sanno o non vogliono rispondere. Altri più sobriamente li abbracciano in un atteggiamento tra il “lo faccio anche se non ne ho voglia”. E poi ci sono quelli che invece si buttano sopra i bambini strizzandoli e sbaciucchiandoli come fossero figli loro, mentre i piccoli si ritrovano a pulirsi con il dorso della mano la bava lasciata da quell’abbraccio invadente e improvviso non desiderato.
Ma ci siamo mai chiesti cosa provassero i riceventi di tali smancerie? Li abbiamo mai osservati nelle loro reazioni questi bambini?
Torniamo all’articolo. Chiediamoci che significato nasconde dietro. Io penso che quella dirigente di Istituto abbia voluto dire “trattate i figli degli altri con professionalità”. Sì, perché penso che i bambini non siano un oggetto delle nostre attenzioni. A chi non è mai venuta voglia, almeno una volta nella vita, guardando il bambino di altri (che magari è molto bello), di fargli una carezza, di volergli dare un bacio sulle guanciotte. Forse a tutti. Ma voglio dire ai docenti, che i bambini, anche se restano in classe con voi per intere giornate, per anni, il lungo tempo trascorso insieme non vi autorizza mai ad avete il diritto di invade il loro spazio privato senza il loro consenso. Noi non ci permetteremmo mai di buttarci tra le braccia del primo cliente che entra nel nostro studio, o nel nostro negozio, o viene a frequentare un corso di formazione che dura magari un paio d’anni… no, non lo faremmo mai… e allora perché dovremmo invadere con abbracci, baci e appiccicamenti vari i figli degli altri? Non fraintendetemi. Io sono la prima a volerli abbracciare e baciare tutti, ma ho imparato a rispettarli ancora di più di quanto rispetti un adulto, è solo così che vi conquisterete la loro stima per sempre.
Un docente equilibrato saluta affettivamente con grazia e decisione, evidenziando grande interesse per il bambino pur restando in un contegno dignitoso di professionalità e affettività insieme. Bisogna lasciare lo spazio ai bambini di decidere se avvicinarsi di più a un insegnante. E quando deciderà di farlo, l’insegnante dovrà esserci senza sottrarsi. Ma l’iniziativa deve partire dal bambino. L’insegnante deve essere estremamente affettivo, discreto e non invadente: per affettivo naturalmente non intendo sbaciucchiare o abbracciare o accarezzare, ma intendo la capacità di entrare in rapporto psichico, in sintonia, in empatia. Essere capace di vedere oltre le parole e oltre l’atteggiamento. Solo allora probabilmente sarà un desiderio del bambino abbracciarti…
LA REGOLA DI CUI SEI VENUTO A CONOSCENZA OGGI: I figli degli altri non sono un nostro oggetto di sbaciucchiamenti. Impariamo a rispettarli.
Dr.Tiziana Cristofari
©Tutti i diritti riservati