Una delle caratteristiche che accomuna tutti i genitori è quella di pensare che il proprio figlio sia meraviglioso. Potrà stupirvi, ma vi voglio suggerire che non è solo un modo di dire “mio figlio è meraviglioso” tradotto in “ogni scarrafone è bello a mamma sua», no, non lo è; è invece la verità di ogni essere umano, ossia ogni figlio è meraviglioso. Bella scoperta, qualcuno di voi dirà!
Ma lasciate che vi spieghi. Partendo dal presupposto che tutti conoscono — ossia che ogni madre e padre è innamorato del proprio figlio e lo vede come il più bello, il più bravo ecc. e come tale dovrebbe considerarlo (anche se esistono canoni di bellezza e di bravura per i quali ci sarebbe una valutazione standard) — posso aggiungere che lo stesso vale per la scuola: esistono degli standard per la comprensione e lo svolgimento dei vari programmi (italiano, matematica, lingue, musica ecc.) che definiscono uno studente nelle sue capacità, attribuendogli un punteggio che va da 2 a 10. Anche se ci sarebbe comunque da chiedersi cosa significhi 2 o 3 o 4 (che dovrebbero avere lo stesso valore negativo, ma che vengono ugualmente utilizzati separatamente) e cosa significhi 10. Due significa che non sapeva assolutamente nulla? E 3 cosa significa che sapeva qualcosa di più di due? Difficile da stabilire, quando un voto è sotto il 5 significa che lo studente deve semplicemente fare di più, e basta il 5 a definire il giudizio negativo. Perché? Semplice! Perché con il 5 non si va alla classe superiore. A cosa serve quindi umiliare lo studente con un voto che sta sotto al 5? E 10 cosa significa? Che ha fatto il massimo? Che di più non poteva fare? A questo non ci credo proprio, c’è sempre la possibilità di fare meglio! Quindi continuo a pensare che i voti sono molto soggettivi esattamente come ogni genitore sente che il proprio figlio sia meraviglioso. Ma a questo riguardo, continuo nel voler sottolineare che i figli, sono tutti meravigliosi: vi spiego il perché.
Dicevamo: figli meravigliosi! Se ogni genitore accetta il proprio figlio come gli viene, ossia con i propri pregi e difetti è perché lo ritiene un frutto di se stesso, un qualcosa che gli appartiene, e in quanto tale è indiscutibile. Lo stesso dobbiamo fare noi docenti: quando ci assegnano una classe, non possiamo e non dobbiamo pensare certo di poterci scegliere gli studenti che ne faranno parte (anche se so che alcuni istituti lo fanno, con mio grande orrore!), dobbiamo invece accettare ogni alunno esattamente come è. Sappiamo tutti di persone che esteticamente belle, siano state poi persone mediocri da altri punti di vista o come ragazzi che non andavano bene a scuola siano diventati geni tipo Albert Einstein. Allora… è per questo che ogni genitore accetta il proprio figlio per come è? Vi sorprenderà sapere che non è così, che purtroppo, spesso i genitori non li accettano i propri figli e dire questo non è solo un luogo comune. È così, cari genitori, sono costretta a confessarvi che nel vostro profondo pensiero, non accettate i vostri figli. Molti di voi sentono il proprio figlio come una persona insostituibile, ma allo stesso tempo non la accettano fino in fondo creando antagonismi e rivalità tra genitori, tra i vostri bambini prima e i vostri ragazzi dopo, lasciandoli in un caos di problemi con la propria autostima e indipendenza. Inoltre, come possiamo poi anche pretendere che gli insegnanti accettino qualcuno che noi stessi — preposti ad amarli indiscutibilmente —, non riusciamo ad accettare? Vi sembra assurdo quello che dico? Niente affatto, provate a “leggere” nei vostri comportamenti e vi potreste accorgere di avere difficoltà ad amare e accettare i vostri figli fino in fondo.
Ecco perché il mio logo l’ho chiamato “Figli Meravigliosi”, perché penso che sia indispensabile farvi cominciare a vedere quando e perché non accettate i vostri figli meravigliosi. Io chiedo costantemente alle insegnanti con le quali collaboro che imparino ad accettare sempre di più ogni bambino nella sua diversità, a partire dal presupposto che non solo sono sostanzialmente diversi uno dall’altro, ma anche che, quella loro diversità, non è negativa, bensì positiva. Insegno loro che per accettare una persona bisogna vedere la sua diversità e coltivarla come se fosse un frutto da maturare. Solo così è possibile imparare a non discriminare, perché la discriminazione inizia con il giudizio, e per eliminare il giudizio devo imparare a vedere il bello nel diverso da me: non c’è un bello uguale per tutti, un bravo uguale per tutti, un’intelligenza uguale per tutti. Dobbiamo invece imparare a trasformare il nostro pensiero in una positività, sempre, anche quando tutti intorno a noi sono contrari con ciò che pensiamo. Allora sì, che sapremo accettare i nostri figli e vederli da subito come figli meravigliosi. So che accettare e cambiare un pensiero già radicato in noi non è facile e ci vuole molta pratica per riuscirci, ma si può fare, tutti lo possono fare e sentirsi poi infinitamente bene con i propri figli.
LA REGOLA DI CUI SEI VENUTO A CONOSCENZA OGGI E’: impara a trasformare ogni persona e ogni suo atteggiamento in un tuo pensiero positivo.
Dr. Tiziana Cristofari
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