Ecco perché pensiamo solo a noi stessi e non ai nostri figli! …E diamo agli insegnanti le giustificazioni che non meritano!
Se siete permalosi vi consiglio di non leggerlo!
Ho potuto leggere di voci a favore e di quelle contrarie di genitori, insegnanti, ma anche di ex studenti che non sono né insegnanti e né genitori. Chi dice che i compiti servono, chi no, chi sostiene che gli insegnanti ne danno pochi, chi troppi, chi ribadisce che dobbiamo responsabilizzare gli studenti facendogli fare i compiti, chi sostiene che è giusto farli giocare liberamente.
Non sento di voler contrastare nessuna di queste voci, anche se il mio parere lo avete già sentito. Perché? Perché ognuna di loro ha un vissuto diverso da quello di un altro, ha un’esperienza diversa e soprattutto bisogni diversi. Degli esempi? Chi è favorevole ai compiti spesso racconta di un passato positivo tra compiti ed esercitazioni, al contrario chi ne ha subito il peso dirà che sono inutili e dannosi e via dicendo. Il più delle volte chi ha il passato positivo s’intende anche una famiglia economicamente agiata che può permettersi tutti gli svaghi, i divertimenti, facendo diventare anche la scuola molto più serena e facile, soprattutto stando a tutti gli stereotipi che ancora appartengono agli insegnanti e causano il cosiddetto effetto Pigmalione, ovvero: quando un insegnante si convince che uno studente, figlio di persone colte e facoltose, può riuscire bene nella scuola, farà di tutto affinché quello studente riesca bene nella scuola. Al contrario se un docente si convince, con gli stessi stereotipi, che quello studente non ce la può fare, lo studente viene lasciato solo e non ce la farà. Di questo argomento se ne parla ampiamente fin dalla fine degli anni Settanta. Oggi però sono cambiate le tematiche: se prima era la povertà a fare la differenza, adesso si parla di bambini che non conoscono la lingua, bambini con deficit dell’attenzione, con problemi di DSA (Ecco come distruggiamo la mente dei nostri bambini), e da qualche anno si ricomincia anche a parlare di povertà ecc. Pare però che gli insegnanti, molti insegnanti, non abbiano ancora compreso quale sia l’effetto Pigmalione (forse non lo hanno studiato, ed è gravissimo!) e di quanto questo atteggiamento sia una caratteristica individuale degli insegnanti stessi.
Poi ci sono le voci che sostengono l’esclusività di ottime scuole che si organizzano con metodi specifici, che danno ottimi risultati e anche tempo libero agli studenti, ma che sono alla portata di pochi. C’è chi sostiene che figli di genitori non capaci di seguire i propri bambini nei compiti siano portati a contrastarli. Poi ci sono le mamme libere da impegni di lavoro che hanno molto tempo per seguire i propri figli a scuola e sono assolutamente favorevoli ai compiti perché si sentono realizzate nel farli con loro e costa molta meno fatica che giocarci insieme. Oppure ci sono quei genitori che pur di “liberarsi” dai loro pargoli chiedono più compiti affinché li possano tenere impegnati per tutta la giornata.
Come potete vedere ognuno attinge acqua al suo mulino…
E allora? La vera motivazione del sì ai compiti o no ai compiti è per noi adulti e i nostri interessi personali, o possiamo, anzi dobbiamo, pensare all’interesse dei nostri figli e studenti?
Bisognerebbe avere il coraggio di uscire fuori dai propri BISOGNI personali e guardare alla scuola fine a se stessa e alla crescita psichica SANA dei nostri figli. Solo così si può creare una scuola utile a tutti e con un unico obiettivo: formare persone capaci di pensare con la propria testa. Cosa che sappiamo benissimo infastidisce ancora molto le nostre istituzioni. Perché? Perché se si forma una società capace di pensare, i signori che stanno al potere avrebbero molto da fare per “tenere a bada”, come cagnolini mansueti, i cittadini.
Quindi? Come se ne esce? Qual è la grande riforma fattibile da subito, che dovrebbe entrare nelle scuole e rivoluzionare l’educazione e la cultura dei nostri studenti?
Partiamo da un presupposto preciso pensando a tutti gli studenti come fossero piccoli esseri umani uguali tra di loro e con gli stessi diritti.
Le scuole pubbliche dovrebbero servire proprio a questo: a considerare con eguali diritti tutti i bambini. E invece, chissà perché, si può richiedere quella specifica scuola pubblica perché è migliore dell’altra, perché ha l’insegnante più qualificato, perché il dirigente scolastico è una tipa in gamba ecc. ecc. …e l’uguaglianza? Ma certo, in tutti i settori è così: c’è il bravo e il meno bravo, vale per il medico, l’avvocato, l’ingegnere, l’idraulico ecc. Ma allora?
Allora forse lo Stato se ne frega dei piccoli esseri umani che per lui dovrebbero essere tutti uguali, tanto per chi conta c’è sempre l’amico dell’amico che farà entrare il proprio figlio nella scuola giusta, con il dirigente scolastico che ha una scuola all’avanguardia, con i migliori insegnanti ecc. Bene! È così, lo sanno tutti, però non se ne esce!
Ricominciamo d’accapo. Mi sembra di capire che la maggioranza sia figlia di cittadini comuni, che il più delle volte non hanno nessuna raccomandazione e nessuna possibilità di mandare i bambini o gli adolescenti in scuole private all’avanguardia.
Certo sarebbe fantastico che tutti i nostri figli andassero in scuole dove c’è sempre la carta igienica, dove non ci piove dentro, dove le lavagne sono digitali, i computer ce ne sono a sufficienza ecc. ecc. Questi sono i problemi! Beh certo, la carta igienica è necessaria… e anche il fatto che non ci piova dentro… Siamo un paese veramente infame! Nel terzo millennio! Vergognamoci! Eravamo, e sottolineo eravamo, economicamente un paese… potente (?)… faccio anche fatica a dirlo! E noi stiamo a parlare di compiti? Che persone ingrate che siamo!
Ebbene sì, dobbiamo parlare di compiti perché è solo una punta di un iceberg che potrebbe venir fuori e che invece ci ostiniamo a nascondere sotto il cuscino sperando che poi la mattina seguente venga il topolino a prenderci il dentino appena caduto e a portarci i soldini! Cavolo non è così! …e mi sono trattenuta da un’espressione più colorita!
È chiaro che dobbiamo tanti soldi alla scuola pubblica perché possa rinascere e affinché non ce ne dobbiamo vergognare al cospetto dei nostri figli e non dell’Europa!
Ma noi oggi abbiamo un patrimonio umano (il corpo insegnanti) che viene pagato (anche se poco, sic!), ma di quel patrimonio umano l’80% non ha nessuna cultura a livello pedagogico, antropologico, psicologico, filosofico, per far crescere e stimolare esseri umani che crescono. Abbiamo un 80% del corpo docente che sarà anche preparato nella propria materia, ma non ha nessuna preparazione in metodologia pedagogica, nessuna preparazione nella comprensione dei processi psichici degli studenti, nell’approccio con loro, nel saperli stimolare, coinvolgere, trascinare nelle lezioni. Lezioni che devono poter essere frontali, partecipative, prima ancora che nei contenuti, nel rapporto relazionale. Invece in cattedra ci sono insegnanti che spiegano dicendo di tacere fino alla fine della spiegazione. Docenti che sbuffano all’ennesimo “non ho capito”. Docenti che umiliano, offendono e denigrano i meno prestanti.
Docenti che passano ore intere a fare noiosissime interrogazioni dove il 99% della classe resta in silenzio ad ascoltare, quando ci riesce! Insegnanti che passano altro tempo a spettegolare con i colleghi o rispondere e chiacchierare al cellulare (dovrebbero schermare, isolare dal collegamento i cellulari di tutte le scuole e se c’è bisogno della chiamata urgente esiste sempre il telefono della scuola, come nei tempi passati!).
Quello che voglio dire con questo articolo è che abbiamo già le risorse in casa (ossia nelle strutture scolastiche), che possono fare la differenza con quanto sta accadendo oggi. Ma queste risorse umane vanno urgentemente e seriamente formate con corsi intensivi validi (e non su corsicini di 3 ore all’anno dove mettono la firma di presenza e se ne vanno). Proporrei a rotazione per i vecchi docenti con formazione inadeguata, un corso di almeno un anno su tutte le discipline umanistiche fondamentali (psicologia, pedagogia, antropologia e filosofia), lavorerebbero così anche i supplenti e si potrebbe formare un’ottimo corpo docenti. Insegnanti che vanno aggiornati con i metodi d’insegnamento validi, di cui abbiamo le nozioni da pedagogisti eccellenti già da più di 100 anni (es. metodo Montessori), e di cui non ne abbiamo ancora mai usufruito (se non in casi del tutto eccezionali e in scuole private), e contrariamente a quanto fanno altri paesi europei e non solo!
Due sono i punti fondamentali della scuola e della famiglia, che vanno assolutamente rivisti con priorità e che possono essere attuati da subito:
1. I genitori sono un’istituzione familiare e non scolastica. Pertanto quando i/le bambini/e sono a casa devono fare ciò che si fa a casa: stare con i propri genitori, aiutarli nelle faccende domestiche (maschi e femmine che siano), parlare con loro, cucinare con loro, giocare con loro, uscire a fare una passeggiata, svagarsi con tutto ciò che è diverso da quello che si propone a scuola.
2. Gli insegnanti invece fanno parte dell’istituzione scolastica, e pertanto devono avere la giusta preparazione e conoscenza delle discipline umanistiche che servono a costruire rapporti adeguati con tutti gli studenti, senza nessuna discriminazione di genere, pelle, cultura, posizione sociale, nazionalità, senza stereotipi di nessuna natura ecc. Devono saper far vivere gli argomenti scolastici in maniera frontale, dinamica, costruttiva, partecipativa e continua, per tutta la classe e per tutte le ore a loro disposizione senza interruzioni estranee alla dinamica formativa. In questo modo NON CI SARA’ PIU’ LA NECESSITA’ D’ASSEGNARE I COMPITI A CASA.
Certo, il top sarebbe poi che la politica riuscisse a dare il giusto contributo economico alla scuola affinché con dignità, i nostri figli, tutti, possano vivere in ambienti sani e dignitosi. Ma questa sembra proprio essere un’utopia!
PS: Insegnanti con coscienza si formano anche senza il contributo dello Stato. I libri di ogni disciplina citata, sono trovabili in tutte le biblioteche, accessibili a chiunque e completamente gratuiti. Ogni giustificazione non ha fondamenta, se non nel fatto che non si è degni di stare in cattedra.
Dr.ssa Tiziana Cristofari
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I miei articoli sono liberi e gratuiti, di supporto a famiglie e insegnanti che vogliono conoscere il mio punto di vista e sono tutti forniti di pubblicità alle mie opere.
Lavoro per vivere e non sono finanziata da strutture pubbliche.
Invito quei pochi pertanto, a non commentare in maniera dispregiativa quanto produco e pubblicizzo in modo serio e competente sotto i miei articoli.
Grazie
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