Ci sono giorni difficili in cui la mia mente mi fa sognare di vivere situazioni che penso per me utopiche:
- sogno di riuscire a insonorizzate tutta casa per difendermi dal vicino rumoroso;
- sogno di vivere in un attico all’ultimo piano per sfuggire allo smog del furgone che scarica le merci a motore acceso sotto casa;
- sogno di avere una scuola tutta mia che parte dal nido e arrivi fino alle superiori;
- sogno di poter scegliere i migliori medici per curare i miei problemi;
- sogno di poter andare ancora una volta in America;
- sogno di poter avere una figlia meravigliosa da crescere;
- sogno di potermi comprare quel computers di ultima generazione;
- sogno di potermi comprare tutti i libri che desidero.
Sogno. Sogno come fanno tutti, ognuno con il suo piccolo grande desiderio da realizzare.
Poi all’improvviso apro gli occhi. Guardo quello che sono e quello che ho. E capisco di avere tanto, più di quanto si possa a volte sperare:
- ho una casa tutta per me da poter curare e che mi dà il conforto quando fuori fa freddo o quando fa caldo;
- ho la possibilità di chiudere le finestre quando il furgone scarica a motore acceso;
- ho già un lavoro che adoro;
- ho un ospedale a cui rivolgermi sempre disponibile;
- ho un passaporto pronto per la prima occasione;
- ho tanti bambini che aiuto ogni giorno a diventare grandi;
- ho il mio computer che mi permette di fare qualunque cosa mi serva;
- non potrei comprare più libri di quelli che compro, non riuscirei a leggerli.
Poi mi fermo ancora a pensare e rimango con il fiato in gola quando capisco che quelle donne africane che scappano da guerra e miseria forse non avranno mai tutto quello che io ho.
Tiziana Cristofari