In una società del tutto e subito, dove la cultura umanistica è stata svuotata della sua bellezza e del suo straordinario valore educativo e formativo, dove la medicalizzazione invade in modo scriteriato le scuole, dove le famiglie – già in crisi – vivono l’abbandono e la solitudine, il libro Bambini senza DSA: una realtà possibile! della pedagogista Tiziana Cristofari rappresenta un atto di coraggio, il coraggio della «parresìa, ossia del principio del dire il vero, senza vergogna e senza timore, del dire il vero senza limiti» (M. Foucault, Il coraggio della verità, Milano 2016).
È un intento etico il suo che rimanda al principio della Crescita autentica, quella pedagogica dell’educére, del tirar fuori da ciascuno il talento unico e prezioso di cui è portatore, e considera un dovere di ogni adulto educante permettere tutto ciò. La Cristofari ci ricorda che per raggiungere questa finalità occorrono qualità morali, capacità empatica, competenze comunicative e relazionali, competenza ermeneutica, buona didattica. Quest’ultima infatti è un’autorevole disciplina di studio e oggetto di ricerca della metodologia e della pedagogia verso la quale eminenti studiosi hanno rivolto interesse e realizzato ricerche ponderose. Tuttavia, oggi come oggi, il rischio che si corre è l’applicazione di un’arida e spesso tecnicistica didattica, di un retorico pedagogismo, della propensione alla delega educativa.
La pedagogista Tiziana Cristofari, con un linguaggio chiaro e spontaneo che nasce da una solida esperienza professionale e dalla passione pedagogica, sottolinea le evidenti problematicità socioculturali di oggi che penalizzano inesorabilmente bambini e famiglie, e invita necessariamente alla riflessione, alla sensibilizzazione, all’assunzione di responsabilità che sole possono consentire di aprire alla complessità, alla pluralità di senso dell’esperienza umana che vanno oltre l’apparenza, oltre le diagnosi, per liberarsi così dall’invadente processo di medicalizzazione in atto. Il suo libro insomma costringe a sospendere il giudizio aprioristicamente, e restituisce dignità e valore a ciascun individuo che si affida a un mondo adulto per crescere ed esprimere vitalità, creatività, autonomia e pensiero critico; costringe a consegnare alla Pedagogia il ruolo di scienza dell’Educazione e della Formazione; costringe a… pensare, semplicemente a pensare dopo aver smosso gli animi.
Dr.ssa Luisa Piarulli
Ex Presidente ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti)